

La vitamina D fu scoperta da Harry Steenbock nel 1923, ossia quando vide che irradiando alcuni alimenti con le radiazioni ultraviolette e utilizzandoli come nutrimento di alcuni roditori, il rachitismo in essi scompariva. Venne chiamata vitamina perché si ipotizzava il suo comportamento simile alle altre vitamine, già scoperte prima, cioè la vitamina A, la B e la C. La vitamina D, in realtà, è una famiglia di pre-ormoni liposolubili (solubili nei grassi), costituiti da: Vitamina D1, D2, D3, D4 e D5, di cui le più importanti sono la D2 e la D3, rispettivamente, di origine vegetale e di origine animale, anche umana a partire dal colesterolo.

Come possiamo vedere dall’immagine, la sintesi parte dal 7-deidrocolesterolo, che, al livello della pelle e in presenza delle radiazioni solari UVB, dà luogo alla vitamina D3 (calciferolo), che, mediante il circolo sanguigno giunge al fegato, dove viene trasformata in 25-idrossicolecalciferolo (25-OH-D) ad opera della 25-idrossilasi. Il 25-OH-D, mediante il circolo sanguigno, giunge al rene, dove, attraverso l’azione dell’1-idrossilasi, viene trasformata in 1,25-(OH)2D, ossia, 1,25-idrossicolecalciferolo che è la molecola attiva, l’ormone attivo, che agisce al livello dell’osteoblasto, attivando la maturazione delle cellule e trasformandole in osteoclasti maturi. Questa è l’azione da più tempo conosciuta, ma è stato scoperto che la forma attivata si lega ad uno specifico recettore, chiamato VDR, che appartiene alla famiglia dei recettori degli steroidi, che è ubiquitario, infatti, è stato ritrovato almeno in 30 tipi di cellule differenti, dato che dimostra l’importanza, non solo al livello osseo, di questo ormone.

Infatti, in questa figura, vediamo riportata la sua azione sulle cellule dell’immunità, sia innata, che adattativa, inducendo la loro differenziazione e sulle neoplasie contrastando la proliferazione cellulare, favorendo la differenziazione e contrastando l’angiogenesi.

In questa immagine troviamo riassunti tutti i vari effetti della vitamina D, in forma attiva, sia nelle cellule dell’immunità innata, che in quella adattativa.

In questo schema possiamo vedere l’importanza di avere i giusti valori di vitamina D in gravidanza, perché la vitamina D, svolge un ruolo fondamentale anche al livello epigenetico, proprio per la sua azione di regolazione su oltre 2.100 geni con effetti scheletrici e non.

La carenza di vitamina D è un problema di enorme importanza sulla nostra salute, che va affrontato sia al livello nutrizionale, favorendo l’assunzione di cibi ricchi di vitamina D e passando del tempo all’aria aperta, anche 15 minuti dalle 11 alle 15, la metà se in costume da bagno, senza protezione solare, proprio per favorire l’ingresso delle radiazioni UVB attraverso la pelle e favorire il processo di produzione di questa preziosa vitamina.
Quali sono gli alimenti ricchi di vitamina D3?

Eccoli. Naturalmente da associare ad una passeggiata al sole, almeno di 15 minuti.
Ho impiegato un po’ di tempo a scrivere questo articolo perché volevo trasmettere l’importanza, al livello di prevenzione di molte malattie, di questa preziosa vitamina/ormone. Ho presentato degli spunti con delle immagini che riportano solo una piccola parte delle funzioni di questa molecola, ma spero sia l’occasione per verificare, innanzitutto, i propri livelli ematici di vitamina D ed eventualmente arricchire l’alimentazione con preziose fonti di questo nutriente. Ed ora, che il tempo ce lo consente, non perdere occasione per passare del tempo al sole e all’aria aperta, che migliora l’umore e salute.


Riporto anche le dosi massime di assunzione di vitamina D e i livelli ematici estratti dalle “Linee Guida dell’Endocrine Society”. Buon sole.