
Sono nata nella terra degli ultracentenari e studiandone l’alimentazione, mi ha meravigliato parecchio il fatto che i pastori, per esigenze di lavoro, avessero, tutto sommato, una alimentazione non proprio varia e, nonostante questo, le stesse zone fossero conosciute al mondo come “zone blu”, ossia zone dove la percentuale di ultracentenari, rispetto alla popolazione totale, sono in buona percentuale. Un esempio su tutti la famiglia Melis di Perdasdefogu, che, nel 2012 è entrata nel Guiness dei primati perché 9 fratelli avevano, complessivamente, 828 anni. Molti, ad oggi, non ci sono più, ma ci hanno lasciato, in eredità, la ricetta del loro famoso, ormai al livello mondiale, minestrone, che, a loro giudizio, è alla base del loro segreto della longevità.
Questo è stato il mio lavoro di tesi del Master di Medicina Integrata ed ora vi racconto i due punti più importanti: uno studio sulla longevità (Berrymon D., Christiansen J. S., – Role of the GH/IGF-1 axis in lifespan and healthspan: lessons from animals models – Growth Horm IGF Res. 2008 December; 18 (6): 455-471), effettuato sulla C. elegans, sulla Drosophyla e nei mammiferi, più precisamente, sulla cascata di reazioni dell’asse GH/IGF-1/insulina. Si è visto che, nonostante la notevole diversità tra insetti e mammiferi, questa cascata di reazioni è uguale in entrambi, ed ha, principalmente, la stessa funzione e influenza sulla longevità. Questo ha permesso di effettuare degli studi sulla longevità in tempi più brevi, perché il ciclo vitale degli insetti è molto più breve, rispetto a quello dei mammiferi, nonostante, quest’ultimo sia molto più complesso, ma ci permette di fare delle considerazioni.

Innanzitutto, si è visto che i livelli plasmatici di insulina sono inversamente proporzionali alla sopravvivenza nell’uomo e alla sensibilità all’insulina, e questo è stato dimostrato anche in altri lavori. E’ ragionevole, quindi, ipotizzare anche che una riduzione del rilascio di insulina e una migliore sensibilità all’insulina potrebbero essere, in parte, responsabili di una maggiore longevità e migliorare la durata della salute prevenendo il diabete di tipo II e le malattie ad esso associate.
Ma anche la resistenza allo stress, probabilmente, migliorerebbe il mantenimento dello stato di salute e contribuirebbe alla longevità. Negli invertebrati, la riduzione di IIS (correlato ad una riduzione dell’IGF-1) si traduce nella resistenza a molteplici forme di stressanti (ossidanti, calore e metalli pesanti). Questo è stato dimostrato anche in molti modelli di topi, con attività ridotta nell’asse GH/IGF-1, che hanno migliorato la resistenza agli stressanti ossidativi, sia attraverso una migliore difesa antiossidante o attraverso una ridotta produzione di ROS.

Un secondo lavoro ha dimostrato la relazione diretta (Poreba E., Durzynska J. – Nuclear localisation and actions of the insulin-like growth factor-1 (IGF-1) systems components: Transcriptional regulation and DNA damage response – Mutation Research 784 (2020) 108307) tra rilascio del fattore di crescita GH e metabolismo delle cellule in replicazione.
Nella figura 2 vediamo che il fattore di crescita GH viene rilasciato dall’adenoipofisi, dietro stimolazione ipotalamica (GHRH – Somatostatina, che svolgono, insieme, un’azione regolatrice), ed entra in circolo, al livello ematico, tramite il quale, raggiunge la cellula dove svolgerà la sua azione legandosi al recettore specifico GHR. Questo legame determina una variazione conformazionale del recettore attivato, con liberazione di STAT, che entra nel nucleo, si lega in determinate zone del DNA e induce la sintesi e produzione dell’IGF-1 che, a sua volta, entra nel circolo ematico. Questo si lega alla cellula dove svolgerà la sua azione, attraverso il legame col recettore specifico IGF-1R, dove, in presenza di insulina, che si lega al suo specifico recettore IR, determina la replicazione delle cellule.

In questa figura si vede come l’IG-1 può partecipare ad una maggiore proliferazione, sopravvivenza e migrazione delle cellule tumorali.

In quest’ultima figura possiamo vedere come la famiglia delle molecole IGF sono direttamente coinvolte nei meccanismi di proliferazione, differenziazione e migrazione (metastasi) e in altri meccanismi correlati, come la stimolazione dell’angiogenesi, fondamentale per la sopravvivenza del tumore.
Questi lavori, di cui l’ultimo recentissimo (2020), ci spiegano l’importanza della restrizione calorica e di sapersi alimentare in modo sano, con un adeguato controllo del rilascio di insulina, come prevenzione della malattia tumorale e mi permette di chiudere il mio articolo con una riflessione, che è alla base dell’entusiasmo per la mia nuova professione, ossia, che attraverso una sana e accurata alimentazione, costruita ad hoc sull’individuo, è possibile fare un buon lavoro di prevenzione, anche di malattie molto importanti, come i tumori.