
Ebbene si, volge al termine il mio periodo veronese. Impacchettare le proprie cose stimola bilanci e riflessioni che sto per scrivere.
È stato un periodo intenso, non solo dovuto al fatto di trasferirmi in una nuova città, ma perché è stato un periodo di studio matto e disperatissimo, come direbbe Leopardi. È stato, infatti, un periodo di grande conoscenza, innanzitutto della mia nuova città, con tutti i negozietti vicino a casa, uno tra tutti la merceria di Jenny, con cui ho condiviso diverse chiacchierate sul ricamo e ispirazione per nuovi lavori, il negozio della Bialetti con le degustazioni di caffè per scegliere la miscela da acquistare, la cartoleria “Corsini” con le massime giornaliere scritte a mano su una piccola lavagna e che puntualmente condividevo su Facebook, le emozioni delle opere liriche vissute nella scalinata dell’Arena, rientrando a casa da tipica veronese col cuscino da Arena ed il Poncho per affrontare un’eventuale pioggia e dormire poi, la notte, sotto l’ala di Giove.
Come potete immaginare sono diverse le cose di Verona che porterò nel cuore, ma ho deciso di partire dalla mia terra con una nuova impostazione professionale che lega tradizione e innovazione e che presto vi presenterò, comunicando sempre…. “In punta di filo “.